Il Corriere della Sera questa mattina titolava: “Medici senza etica, basta intrallazzi” e ancora: “(…) chi indossa il camice abolisca le parole mercato e manager”.
Ho stampato questo articolo e ve lo porterò, non tanto per l’articolo in se (è un’intervista al Professore Bonadonna, oncologo), ma piuttosto per l’argomento che tocca e che troppo spesso a mio parere viene sottovalutato o addirittura dimenticato.
Ormai quasi un anno fa ho vissuto un’esperienza personale su questo tema che mi ha segnata e che spesso mi ha portata ad interrogarmi. Per questa ragione ho deciso di scrivere a voi: miei compagni, amici e conoscenti. Ho scelto voi non solo per i legami affettivi che ho con alcuni, ma soprattutto perché credo che la vostra associazione dovrebbe tendere anche a questo.
Mi spiego meglio. I fatti di cronaca che ogni giorno ci assalgono pesano e dovrebbero farci riflettere. Non per far scaturire in noi una mera condanna per l’accaduto, ma piuttosto per far crescere in noi (in voi futuri medici) l’esigenza di essere diversi ora ed in futuro.
Ricordo ancora quando per la prima volta si è parlato di creare il SISM di Parma. Ricordo i grandi valori, le ipotesi di progetto e le sensazioni su temi come questo.
Essere buoni studenti di medicina e quindi poi buoni medici, non credo sia semplicemente risultare i primi della classe, del corso di laurea, dell’ospedale o dell’associazione.
Essere buoni medici credo voglia piuttosto dire pensare al bene del prossimo come se fosse il proprio bene o quello di un proprio caro.
L’etica, così come i valori s’interiorizzano (forse) con il tempo, con l’esperienza e attraverso il tessuto sociale in cui si vive. E’ per questo che credo che ognuno di noi dovrebbe pensare sempre all’altra parte e non (solo) al proprio tornaconto economico, sociale e/o politico.
Vi ho scritto, oggi, perché penso sia possibile applicare questa regola generale nella vita di tutti giorni: nel nostro essere studenti, lavoratori, soci e soprattutto amici.
Se volete prendetelo come un consiglio, altrimenti come un semplice punto di vista.
Spero di non essere stata pesante e se lo sono stata…beh, vorrà dire che mi rifarò con le mie idiozie alla festa kebaaaaaaaaab!
Margherita
PS: Per concludere, su questo argomento vi consiglio un libro:
Dall’altra Parte di Sandro Bartoccioni, Gianni Bonadonna, Francesco Sartori (Edizioni BUR). [La prima parte merita davvero!]